E’ più importante condividerlo che viverlo ???

Siamo abituati a vivere una società nella quale tutto evolve rapidamente, le mode crescono e spariscono nel giro di qualche anno, il virtuale sembra avere preso il sopravvento, ciò che abbiamo intorno “è più importante condividerlo (sui social network) che viverlo” come dicono J-Ax e Fedez nella loro canzone, dove siamo sottoposti a una multiculturalità sempre più frammentata e invadente…. In tutte queste variabili in continua trasformazione, ha senso spendere tempo e denaro per offrire ai giovani un luogo dove stare? Noi pensiamo di si, e lo pensiamo con convinzione. La nostra Chiesa diocesana in questi anni ha accettato la sfida a Massa, a Carrara e a Pontremoli, di mantenere in attività o riattivare un Centro Giovanile.
A Massa, come ormai avete imparato, è in via Marina Vecchia; nella struttura che è a disposizione gratuitamente per tutti i giovani e nella quale ci sono animatori a disposizione tutti i pomeriggi e i fine settimana. Sì, perché pensiamo che prima di tutto sia importante che ci siano dei giovani e anche degli adulti che mettano a disposizione il proprio tempo, che ne curino gli ambienti, che contribuiscano a rendere utile il tempo che giovani e giovanissimi trascorrono insieme, anche semplicemente chiacchierando.
Potrebbe essere anche definito un “oratorio cittadino”, nel quale però non si ripete l’esperienza degli oratori in quanto tali (non abbiamo bisogno di riproporre qualcosa che già esiste) ma offre una modalità diversa, nuova, alternativa all’incontro con Gesù. All’interno del quale è possibile costruire un tessuto di relazioni umane, di amicizia, di dialogo, di scambio, di fatica nel crescere e gioia di collaborare; nel quale sperimentare il massimo della gratuità e anche il massimo della creatività.
Non un luogo dove si tenta di catturare l’attenzione di qualcuno per convincerlo a seguirci in chiesa o all’incontro di preghiera, ma dove offrire direttamente la possibilità di un incontro autentico, di uno stile cristiano attraverso il quale è possibile riconoscere il volto di Cristo attraverso il gioco, il rispetto delle regole, lo sport, i momenti informali al bancone del bar.
Spesso capita che nei luoghi formali, abituali, i giovani costruiscono una immagine di sé, che talvolta è edulcorata, o comunque cerca di riproporre le aspettative di chi hanno intorno; il bar, la palestra, il campo da calcio, sono invece luoghi informali che stimolano inconsciamente a essere realmente sé stessi, a non avere maschere, a stare in mezzo agli altri senza una versione di sé da proporre ma uno specchio reale di chi siamo veramente, con tutte le fragilità, le incertezze, ma anche i desideri, i sogni, le capacità.
Un luogo insomma da vivere appieno, perché punto di riferimento e occasione vera di evangelizzazione e di crescita per tutti coloro che lo frequentano.

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